Indietro?? ...Neanche per prendere la rincorsa...

Thursday, November 22, 2007

DALLA SPAGNA...

DALLA SPAGNA i NUOVi BLOG

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Thursday, November 08, 2007

....energia?

Il petrolio schizza a 100 dollari il barile, la valuta americana precipita in una débacle vertiginosa: è il futuro che ci arriva addosso come una locomotiva impazzita. Il futuro appartiene a Cindia, e la rapidità con cui lo sviluppo asiatico cambia il pianeta impone scelte urgenti. Non bastano il documentario da premio Oscar e il Nobel per la pace ad Al Gore, non basta affidarsi alle "prese di coscienza", per tingere di verde il linguaggio politichese. L'adattamento alle nuove sfide energetiche e ambientali deve inseguire l'accelerazione spettacolare degli eventi. Dietro al comportamento isterico dei mercati ci sono interessi potenti in azione, hedge fund e finanza derivata scommettono sull'instabilità, capitali speculativi amplificano il rincaro petrolifero e il ribasso del dollaro. Ma la speculazione opera sulla base di uno scenario reale: tre miliardi e mezzo di cinesi indiani e altri popoli asiatici ci contendono le risorse naturali sempre più scarse; le riserve petrolifere mondiali sono sotto una pressione inaudita; l'effetto economico è brutale, l'impatto sull'ambiente è pauroso.
Proprio mentre la compagnia petrolifera cinese PetroChina diventa la regina mondiale delle Borse, con una capitalizzazione superiore ai big americani Exxon e General Electric messi insieme, l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) pubblica un rapporto allarmante sul peso di Cindia nella crisi energetica. L'Aie ci avverte che entro il 2030, cioè in soli 23 anni, i cinesi avranno sette volte più automobili di oggi (270 milioni), il loro consumo di energia sarà più che raddoppiato. Già fra tre anni la Cina avrà superato gli Stati Uniti per il consumo di petrolio: appena due anni fa, la domanda americana era ancora superiore di un terzo. L'India segue dappresso la Cina, la sua domanda di energia sarà più che raddoppiata entro il 2030, e la maggior parte di quel fabbisogno aggiuntivo dovrà essere importato. A causa di Cina e India, "i giganti emergenti dell'economia mondiale e dei mercati internazionali dell'energia", l'Aie ci avverte che i consumi di petrolio, gas e carbone in un ventennio cresceranno oltre il 50% rispetto ai livelli odierni. Se la situazione di oggi è così tesa da sospingere il greggio a 100 dollari il barile, quanto spenderemo nei prossimi anni per continuare a usare l'automobile? I paesi petroliferi dovranno aumentare la produzione a 116 milioni di barili al giorno entro il 2030, cioè 32 milioni di barili in più. A quella data, sostiene l'Aie, il prezzo nominale del greggio potrebbe toccare i 159 dollari. Ma esisteranno ancora riserve sufficienti? A quale costo di estrazione? Già oggi una delle cause del caro-petrolio è la carenza di infrastrutture per estrarre, trasportare e raffinare "l'oro nero". Per rispondere alla spaventosa impennata dei consumi mondiali bisogna investire altri 22 mila miliardi di dollari nelle infrastrutture per l'approvvigionamento: tutti costi che verranno scaricati sull'utente finale, il consumatore. Gli equilibri geopolitici, la sicurezza interna dei nostri paesi, la stabilità e la pace sono minacciate. Da una parte Cina e India si affacciano con piglio sempre più aggressivo in Medio Oriente, Africa e America latina a contenderci le stesse fonti di approvvigionamento da cui dipendiamo; d'altra parte la nuova ricchezza finanziaria generata dalla penuria energetica andrà a concentrarsi in zone come il Golfo Persico dove il fondamentalismo islamico è terreno di coltura del terrorismo. Un'altra minaccia immediata incombe sulla nostra salute e la nostra sopravvivenza. In assenza di una svolta nei modelli di sviluppo e di una conversione repentina verso le fonti alternative, le emissioni carboniche esploderanno del +57% nel prossimo ventennio. "La Cina - scrivono gli esperti Aie - è di gran lunga la maggiore responsabile delle emissioni aggiuntive, superando gli Stati Uniti. L'India diventa il terzo maggior responsabile intorno al 2015". Il cambiamento climatico fin d'ora impone un prezzo pesante a quei paesi. Secondo la Banca mondiale 16 tra le 20 metropoli più inquinate del pianeta sono in Asia. In Cina le morti premature dovute allo smog sono 750.000 ogni anno. L'aumento delle temperature scioglie i ghiacciai dell'Himalaya che alimentano i grandi fiumi d'Oriente. Desertificazione, diminuzione delle terre coltivabili, penuria d'acqua, aprono scenari di crisi alimentari che possono sfociare su conflitti armati, in zone ad alta densità di eserciti e testate nucleari. Non siamo al riparo noi, vista la rapidità con cui il nuovo inquinamento made in Cindia arriva nei nostri cieli o sulle nostre tavole. Il rapporto dell'Aie è un antidoto all'egoismo dei paesi ricchi. Riconoscere il peso esorbitante di Cindia nei consumi energetici e nell'effetto-serra, non significa che spetti solo a quei paesi prevenire il disastro. L'Aie ricorda che "le emissioni carboniche pro capite della Cina nel 2030 raggiungeranno solo il 40% di quelle degli Stati Uniti, in India rimarranno ancora più basse rispetto alla media pro capite dei paesi industrializzati". L'enorme stazza demografica di quei due paesi non deve farci dimenticare che ogni italiano col suo tenore di vita continua e continuerà a emettere molti più gas carbonici di un cinese o di un indiano. Ai paesi dove si concentra la maggior parte della popolazione mondiale non si può chiedere di bloccarsi. I primi a inquinare siamo stati noi, continuiamo a farlo - pro capite - molto più di loro, l'aspirazione al benessere non è un nostro monopolio. Il rapporto dell'Aie è categorico: "Bisogna attuare immediatamente misure politiche e trasformazioni tecnologiche senza precedenti". In ordine di efficacia gli interventi da privilegiare per l'Aie sono "efficienza e conservazione dell'energia; sviluppo del nucleare e delle fonti rinnovabili; diffusione delle tecnologie per un carbone pulito". Dobbiamo anche dare un posto a Cina e India al tavolo dei grandi. Il G7 è il luogo per affrontare problemi di governance globale. E' assurdo che Italia, Francia, Inghilterra e Germania vi occupino ciascuno una sedia (sarebbe più logico un unico rappresentante europeo) mentre indiani e cinesi non ne fanno parte. Perché si assumano le loro responsabilità bisogna prendere atto che il loro peso è mutato. Senza la cooperazione di Cindia anche il terremoto valutario è difficile da affrontare. Il crollo del dollaro è il risultato di anni in cui l'America è vissuta al di sopra dei suoi mezzi, accumulando deficit commerciali verso l'Asia. Il peso dei debiti americani è la mina vagante che genera un'instabilità finanziaria mondiale. La banca centrale cinese è il più grosso creditore di Washington, con 1.500 miliardi di dollari di riserve investiti in larga parte in BoT americani. Mentre cascano come birilli tutti i capi delle grandi banche americane travolti dagli scandali dei mutui subprime, la Federal Reserve deve curare il malato lasciando scivolare i tassi e il dollaro. Pechino ha adottato una tattica abile nel breve periodo, pericolosa nel lungo termine. Ha sganciato la sua moneta dalla parità fissa col dollaro, ma "pilota" il cambio in modo da rivalutarlo molto lentamente rispetto alla moneta Usa. Di conseguenza la valuta cinese e altre valute asiatiche di paesi satelliti si deprezzano quotidianamente rispetto all'euro. Tutto l'onere dell'aggiustamento del dollaro si scarica così sull'euro, amplificandone la forza e creando le premesse per altri squilibri. Da questa impasse non si esce finché ci si culla nell'illusione che il mondo sia ancora un condominio America-Europa.

Tuesday, November 06, 2007

fa la cosa giusta..... saluti alla curva

Non credevo di sentirmi cosi....
Vuota....
Mi sono licenziata...
Nome cognome e numero di matricola, giorni di preavviso...
Come un barattolo di pomodoro...codice a barre e data di scadenza....
Pensavo mi sarei sentita sollevata e felice
E invece il vuoto...
Perchè? (Perchè? Perchè?)
Questo ho imparato qui, chiedersi almeno tre volte perchè prima di dare una risposta....che poi mica sempre mi è riuscito...
Perchè ho speso 3 anni del mio quotidiano in questa GrandeAzienda..
La Multinazionale per antonomasia, che x ambientarti ti ci vogliono almeno 6 mesi, e cmq non ti bastono xchè questa società cambia a livello microscopico e macroscopico ogni 3 x2...che non fai in tempo a capire chi è chi e chi fa cosa che hanno già cambiato tutto...
Mi mancheranno quelle dinamiche e quel 6 sigma thinking che mi hanno angosciato in 3 anni...signor welch, ma....funziona?????
E cmq io cintura verde ci sono diventata....prrrrrrrrrrr
Mi mancheranno i Values...clear thinking,committed, curios, passionate, teamwork (questo c’è sempre)...
E che dire di Imagination @ work...
Imagine solve build & lead....

Perchè le multinazionali in generale creano una filosofia e un linguaggio tutto loro…e hai voglia te a deridere I meccanismi e “tirarti fuori”…se ci lavori x 3 anni e x 3 anni giorno dopo giorno tutto trasuda certi concetti...ad un certo punto ti rendi conto che queste cose un pò fanno parte di te....si chiama anche plagio....
O forse no....
Io credo che senza tutto questo ambaradan di fuffa, quesata azienda non starebbe + in piedi....tu entri qua la mattina e entri in una dimensione parallela con altre leggi altre parole....e mi chiedo se tutti come me fanno finta di crederci o c’è qcn che ci crede davvero....
Ho sofferto...
Ora se il mio babbo leggesse probabilmente si farebbe un ghigno...
Ma io non so usare un altro termine....ho sofferto xchè in un posto tanto grande con una corrente cosi forte e idee di business, cosi lontane dalle mie idee...alzare la mano e cercare di proporre punti di vista troppo eccentrici....causa solo sofferenza....forse xchè il business non si fa con l’eccentricità....o meglio bisogna essere nel posto giusto al momento giusto...
E io l’ho capito abbastanza presto di essere nel posto sbagliato..

In ogni modo....
Questa avventura è finita come doveva....
Rimangono i colleghi che sono diventati Amici, Amici veri
Gli Edison...
Rimangono le persone che mi hanno dimostrato che se lavori con passione, è come se tu non lavorassi
Rimangono le cose che ho imparato...il buco nero dell’ingegneria meccanica....che ragazzi, scusate se lo dico, i 3 principi sono pur sempre i 3 principi che regolano il mondo....insomma l’ingegneria madre delle ingegnerie...
E riamngono tutti quelli che me l’hanno insegnata...
Rimangono le persone a cui mi sono affezionata seppure molto diverse da me...

Rimangono i capannoni, le macchine gigante, gli odori dell’officina, le battute degli operai.....massa...con i banchi prova al tramonto e con le luci della notte...
Rimane Paul in videoconferenza...
E rimangono gli states e NY....
E rimangono i tanti “in bocca al lupo”....

No, andar via non è sempre indolore...Anche se è la cosaa giusta...

Sunday, October 28, 2007

With luck, forward.


CHE VOGLIA DI PARIGI.....
e che spettacolo di cartone....
Django: [showing the exterminator shop to Remy with the dead rats in the window] The world we live in belongs to the enemy, we must live carefully. We look out for our own kind, Remy. When all is said and done, we're all we've got. [Django starts to walk away]
Remy: [defiantly] No. Dad, I don't believe it. You're telling me that the future is - can only be - more of this?
Django: This is the way things are; you can't change nature.
Remy: Change is nature, Dad. The part that we can influence. And it starts when we decide.
Django: [Remy turns to leave] Where are you going?
Remy: With luck, forward.

Saturday, October 13, 2007

messico e guatemala

ci sono le foto di messico e guatemala on line....guardate il link my photos...

i monti dove ho imparato a sciare...


da repubblica ..."Sono quindici anni che lo zero termico sale di quota e le montagne crollano, dove, quando e come vogliono, senza più tenere conto delle stagioni. Non c'è giorno che non venga giù qualcosa. Assistiamo a un evento di portata biblica: la febbre della Terra, lo scioglimento del "permafrost", gli strati profondi della roccia, che fa collassare ghiaioni che per millenni sono rimasti gelati e compatti sotto la superficie, anche d'estate. Il ghiaccio si scioglie e le ghiaie avanzano implacabili, senza fare notizia. Invadono pascoli millenari con fiumi di massi e terriccio. La stupenda e sconosciuta Val Venegia, sotto il Passo Rolle, sta morendo sotto l'accumulo di detriti in caduta libera dalle Pale di San Martino. Lo stesso la Valsorda, sopra Moena. Quattro serpentoni di ghiaie hanno trasformato in deserto quello che solo dieci anni fa era la prateria di quota più bella del Latemar. La Cima Una non è niente. Niente rispetto a quanto accade in silenzio sulle montagne d'Europa. Milioni di metri cubi di roccia rovinano a valle provocando accumuli, intasamenti, laghi temporanei che in qualsiasi momento possono rompere le dighe e alluvionare una valle. Una volta le slavine di pietra assestavano la montagna ogni quindici-vent'anni. Ora succede ogni anno, con la forza di un uragano, e nessuno ha la più pallida idea di cosa fare. "Siamo nudi di fronte alle frane, ormai non servono più né argini né casse di espansione", giura il gardenese Helmuth Moroder, vicepresidente internazionale della Commissione per la protezione delle Alpi. "Ogni tentativo di previsione è surclassato dall'imprevedibilità e dall'enormità dell'evento. Lo capisci dalle compagnie di assicurazione, che ormai non coprono più nessun rischio climatico. Ormai gestiamo l'emergenza". Il glaciologo Luca Lombroso sostiene che la carta dei rischi va aggiornata sempre più velocemente, al punto che ora nulla viene dato per scontato. Ludwig Noessing, geologo dell'efficientissima provincia sudtirolese, conferma, dopo aver monitorato la frana della Val Fiscalina: "Facciamo quello che si può, ma l'evento è più grande di noi". Siamo di fronte a problemi enormi: siccità, alluvioni e sovraccarico termico dell'ambiente, ammonisce il forestale Gigi Casanova dell'associazione Mountain Wilderness. "La Cima Una è solo uno dei tanti segnali che la montagna lancia alla pianura, segnali che i cittadini delle metropoli devono saper leggere per decidere politicamente e agire in modo virtuoso per l'intera collettività". Poche settimane fa, a Bolzano, a una convegno europeo sulle Alpi il rappresentante elvetico del ministero delle foreste ha gelato l'uditorio annunciando che persino la Svizzera aveva rinunciato a prevedere l'imprevedibile. "Ormai - ha detto - la nostra attività non è più quella di mettere in sicurezza le abitazioni nelle zone a rischio, ma di mettere a punto piani di evacuazione". Era un segnale chiaro: all'estero sono molto più all'erta che qui. Mentre le Alpi scivolano a valle come un piano inclinato, l'Italia continua a fare edilizia o a progettare impianti sciistici in zone di valanghe (valle della Mite nel cuore del parco dello Stelvio), ad alto rischio idrogeologico (comprensorio di Olasa-Folgarida), o a quote insufficienti (Piancavalloin Friuli), con manifesta dilapidazione del pubblico denaro. Dopo la paura in Fiscalina ci si chiede cosa accadrà con le piogge autunnali, e come reagirà la montagna nel caso di un inverno torrido come quello del 2007. "I crolli come quello della Cima Una vogliono dire che la natura ci sovrasta e se ne frega delle nostre furbizie" picchia duro Casanova. "La natura insegna la cultura del limite, ed è proprio quello che la politica ha perduto".

Monday, September 24, 2007

afghanistan e certi rapimenti

http://limes.espresso.repubblica.it/2007/06/05/litalia-in-afghanistan/?p=99

che me ne fò di te....

Bene Bene Bene....
mi hanno chiesto perchè non scrivo più...

sinceramente perchè non so che scrivere, o forse non sento + il bisogno di scrivere...
quella molla che mi faceva fluire le parole dal cuore alla testa alle mani....
e un pò perchè con un attimo di verguenza, sento che questo blog non mi rispecchia più....
anche se è "figlio" mio in tutto e per tutto....
avrei voglia di abbandonarlo a se stesso....
anche se in parte mi sembrerebbe ipocrita, in fondo ero sempre io quella che scriveva....
quell'esserino tanto fragile, che però ora avrei voglia di alzare il cestino della spazzatura e gettarlo e dimenticarlo...
ci penso un pò e poi decido....
e poi in questo blog manca la musica....
cheppalle, è fondamentale in questo momento....
ciao

Wednesday, August 08, 2007

PAZZI

SCHIAVISMO, QUESTA COSA SI CHIAMA SCHIAVISMO....NON ALTA PRODUTTIVITA'...SCHIAVISMOE INTANTO OGGI SIAMO A 16h X 7gg...quanto fa?schiavismo....vasco diceva che ne ha uccisi + l'orgoglio del petrolio...mmm,,,