Indietro?? ...Neanche per prendere la rincorsa...

Monday, June 04, 2007

dal blog di cristiana....

"Siamo qui oggi per ridare senso alle parole. Cittadini, per lo più intorno ai 30 anni abbiamo fatto politica sempre. Al liceo. All’università.. Concentrandoci sui fatti. Cercando trasversalità e soluzioni. La maggior parte di noi è di sinistra..ciò nonostante abbiamo snaturato i problemi dal discrimine dell’appartenenza, coinvolto tutti, senza cacciare nessuno, sui contenuti. Siamo, per tenerci dentro quasi tutti, laici e liberali (nel senso socialdemocratico del termine). In questo momento siamo spaesati. Esiste una sinistra laica e una liberale; ma non una laica e liberale insieme. Questo non nelle parole, ma nei fatti.
Da qualche anno, assorbiti dalle nostre professioni, la politica si è limitata alla partecipazione attiva come società civile; non abbiamo cercato, nella politica una professione. Oggi, arricchiti, dall’esperienza lavorativa, varia, sentiamo la necessità di confrontarci con chi la politica la fa per mestiere. Ci siamo accorti di essere nei punti di chiave del paese. Chi in aziende private (Fiat), chi in aziende a partecipazione statale (Enel, Telecom), chi in enti di ricerca (CNR), chi nelle università (Roma, Pavia), chi nelle amministrazioni pubbliche nel ruolo di tecnici, chi conla partita IVA. Precari. A progetto e qualche contratto a tempo indeterminato. E anche di non essere. Alcuni di noi sono all’estero (CERN, Eindoven, Columbia University) a seguire le proprie inclinazioni, ad utilizzare le proprie attitudini. Ci siamo accorti, che forse siamo un’importante rappresentanza del PIL del paese o di quello che il Paese potrebbe avere. Siamo donne che a 30 anni, per avere un figlio, devono farsi dei conti. Non solo economici. Anche di realizzazione personale. Siamo giovani che per mettersi in proprio, fare impresa, non ci mettiamo nemmeno a fare i conti perchè il sistema non lo consente. I mutui che dobbiamo pagare, per le nostre case non lo consentono. Siamo omosessuali che non possono tutelare il partner e che vivono sulla propria pelle l’ambiguità dei partiti che ci avevano fatto delle promesse.
La cosa più difficile è stata convincere le persone ad essere qui. Molti non ci sono perché “non ci credono”. Perché “è inutile”. Perché tanto “i nostri problemi non interessano.”
Assistiamo ad un pantano politico, in cui si abusa di alcune parole. E’ per questo che c’è la crisi della politica. Perché alcune questioni, riassunte nelle parole, sono diventate di abuso comune. Tutti sono laici. Tutti vogliono uno sviluppo sostenibile. Tutti vogliono meritocrazia. Tutti vogliono moralità. Tutti si ergono a difesa dei diritti dell’individuo. Nessuno riempie più di contenuti queste parole, questo omogeneizza le posizioni, ma blocca la possibilità di fare delle riforme. Nessuno parla chiaro. Nessuno dice: io farò questo."

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