Indietro?? ...Neanche per prendere la rincorsa...

Tuesday, January 30, 2007

..non è magia, è lotta di classe...


Da quando c'è il nuovo governo...la televisione in Italia sta leggermente progressivamente migliorando...migliorando nel senso che il trash si mischia col curturale....e allora la Dandini passa in prima serata, la littizzetto si riferisce ad Eminems senza troppo pudore...di Santoro biondo non ne parliamo - è pure diventato + noioso,..il grande Enzo, il Biagi, tornerà tra poco...+ storia, + ecologia....insieme chiaramente alle tette della Ventura e al big brother....ma insomma tutto sommato non ci lementiamo....

in questi piccoli passi esce fuori un grande artista.... Ascanio Celestini....lo ascolterei per ore...

"Appunti per un film sulla lotta di classe"...

“È un insieme di appunti – scrive Celestini - che ho incominciato a prendere per una storia della lotta di classe oggi. Una volta le persone che appartenevano alle diverse classi sociali avevano anche culture diverse. Il ricco suonava Mozart, il povero ballava il saltarello. Oggi è possibile che sentano entrambi De Andrè o D´Alessio. Oggi la differenza è solo nei soldi. Così ho incominciato a raccogliere storie per capire cosa è rimasto della coscienza e dell´identità nell´appartenenza a una classe e mi è sembrato che in particolare nel lavoro precario si aprisse una vera voragine.”
In particolare, il mondo sul quale si è concentrato l’interesse e l’impegno creativo di Celestini è stato quello dei call center .
“Ci sono certi operatori del call center – prosegue - che stanno al telefono con la stessa crisi della presenza che attraversa uno che se ne va al funerale di suo fratello.Vanno al lavoro come si va a visitare una città bombardata. Rispondono al telefono, ma sono anestetizzati, colpiti dall´azzeramento che l´istituzione opera su di loro come una divinità antica e feroce che li rende ombre.Eppure ci vanno con leggerezza perché spesso manco lo considerano un lavoro, ma solo una maniera per racimolare qualche soldo.Denaro che non è mai abbastanza per uscire dalla povertà, così i più anziani si devono arrangiare a fare altri lavori e lavoretti. Invece i più giovani restano inchiodati alla casa di mamma e papà in un limbo che non li fa stare più nella tarda adolescenza liceale, ma non ancora nella maturità dell´adulto che si fa una vita autonoma”.

“In un giornale che producono i precari del call center dietro casa mia un anonimo scrive "mi ricorda un po´ la vendemmia, quando i grappoli d´uva sono maturi e bisogna raccoglierli. A vederla in questa prospettiva non siamo molto diversi dai lavoratori stagionali che si occupano di pomodori o altri ortaggi".
Ma per uscire dal mondo delle ombre bisogna imparare a attraversarle.E uno che si impara a oltrepassare le ombre può attraversare anche i muri di cemento armato. Può attraversare le porte anti-panico senza spingere sui maniglioni rossi. Scendere per strada attraverso i muri delle villette controllate dall´allarmi, attraverso le banche videosorvegliate. Attraversare i muri delle zecche, che fanno bene a chiamarle zecche perché servono a succhiare il sangue alla gente. Può attraversare i parlamenti dove tutti smetteranno di parlare. E le guardie giurate giureranno che non è colpa loro. Diranno che "i servizi di sicurezza non servono più. Come un macellaio in un mondo di vegetariani, come un assassino nel camposanto".Una guardia cercherà di fermarlo, ma lui attraverserà pure quella guardia con tutta la sua divisa. La guardia che dirà che "non vale! Questa è magia".E lui gli risponderà che "non è magia, è lotta di classe".

2 Comments:

Blogger El leo said...

...finalmene un blog che MI PIACE... bello. complimenti.:) un bacio El

2:41 PM

 
Anonymous Anonymous said...

...e brava bimba, questa si' che mi piace....visto che siamo in vena di scrivere, ti appiccico anche la quarta di copertina di un libro che devi assolutamente leggere: si chiama “Quattro” di Cristiana Alicata, edito da “Il Dito e La Luna edizioni”, Milano (2006).

“Insomma mia sorella e Martina se ne stavano faccia a faccia a studiarsi negli
occhi, affondate nel divano, mia sorella quasi invisibile. Fu la prima volta che mi
accorsi di quanto si assomigliavano. Non avevano una sola goccia di sangue uguale
nelle vene, ma si erano assorbite così bene che nessuno avrebbe mai potuto dire che
non erano madre e figlia.”

Ventunesimo secolo. In un luogo imprecisato a nord di Roma. Campagna. Un gruppo di case di pietra le cui porte sono dipinte con i colori dell'arcobaleno. Una vigna e una antica quercia ferita da un fulmine su cui nessuno ha mai inciso delle iniziali. Francesca e Martina:
due donne, una storia d'amore che comincia all'università e sarà la storia di una famiglia. A raccontare è Andrea, il figlio. Tutto intorno Chiara, sorella di Andrea, che sembra fragile e invece no, una tribù di amici, il mondo curioso e confuso, e poi Elena, figlia di conoscenti, che crescendo scardina improvvisamente un equilibrio che si pensava intoccabile. La ricerca spontanea di un lessico familiare si trasforma in una favola- romanzo in cui Francesca e Martina scopriranno di essere “solo” due genitore alle prese con le domande buffe di due bambini prima e con le contestazioni violente di due adolescenti dopo. Ironico, tragico e commovente, Quattro vi sembrerà così naturale che vi aspetterete di incontrare dietro l'angolo Francesca, Martina, Andrea e Chiara. E non è detto che questo non accada.

9:27 AM

 

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